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Ritorno
a Messico ‘70 Quando la democrazia diviene una farsa e pure
ci si adatta E’ sempre dolce
cullarsi nell’idea che il tempo scorra all’indietro
tanto da poter tornare alla vigilia dei mondiali del Messico ’70. Si discute
allora del centravanti e perché no, della mezz’ala. Se guardiamo la stampa di oggi che passa in rassegna le parole del presidente Berlusconi si parla di Salvini,
il leader della lega, come se fosse Bobo Bon
insegna. Non che un Polito od un Marcello Sorgi,
abbiano chiesto a Berlusconi se intende allearsi
poi anche con Marina Le Pen, tutor
di Salvini in Europa, In quel caso Berlusconi avrebbe azzerato di colpo tutto il percorso
compiuto da Forza Italia nel partito popolare. Il salto all’indietro si
limiterebbe al solo 1994, con la Lega secessionista e Casa Pound al posto del Msi. Magari Berlusconi riuscirebbe a costituzionalizzare
Casa Pound come Fini, chissà. Fa un certo effetto
vedere il Cavaliere tornare quello nero dell’esordio che in nome della
libertà minacciata benedice i post fascisti. Parabola
sintomatica ed inquietante ancora da scrivere, fortunatamente. Per questo
preoccupano molto di più altre parole pronunciate da Berlusconi
nel corso della sua presentazione del libro “italiani voltagabbana”, titolo
che da solo meriterebbe un' analisi specifica. Berlusconi ha detto nell’assoluta indifferenza generale
che l’Italia non è più un regime democratico. E ha
spiegato questo concetto minuziosamente partendo dalla sua condanna e dalla
successiva estromissione dal Senato. Egli è la vittima di una persecuzione
giudiziaria che dura dal 1994 e conseguentemente in questi venti anni il capo
del governo, o il capo dell’opposizione, è stato
oggetto di una macchinazione che ha compromesso la normale vita politica del
Paese. Ciononostante nessuno pensa, nemmeno Berlusconi,
di smascherare questa congiura giudiziaria ed arrestare i suoi protagonisti. La si denuncia come se dovessimo convivervi
inevitabilmente. Evidentemente gli interlocutori di Berlusconi
fuori dal suo partito non prendono sul serio il suo
pronunciamento, altrimenti, Renzi, invece di
mandare l’esercito in Liguria, lo avrebbe mandato al palazzo di Giustizia di
Milano. Altra tesi a sostegno della mancata democrazia in Repubblica lo
dimostrerebbe il complotto contro il suo governo nel 2011 e i tre esecutivi
formatisi senza legittimità popolare da quel momento in poi. Eppure questi tre esecutivi sono stati sostenuti, incluso
l’ultimo, da Berlusconi stesso e dal suo partito.
Questo consenso per quanto possa essere stato
estorto a chi pure è stato spodestato, normalizza la situazione politica o
no? Perché se no, Berlusconi
dovrebbe prendersela con se stesso. E' lui ad aver appoggiato governi non
democratici. Infine quella che è l’accusa più forte: l’attuale Parlamento è
stato eletto sulla base di una legge elettorale
giudicata incostituzionale dalla Consulta, e quindi non è deputato né alla
riforma della Costituzione, né tanto meno alla riforma della legge
elettorale. Su questo Berlusconi ha sicuramente
ragione, ma perché allora invece di fare il patto del Nazareno non va in
piazza e chiede il voto? Il quadro da lui descritto è tale che occorrono le barricate nei quartieri e levare la bandiera
rossa, non gli incontri con Renzi e Verdini. Se nemmeno Berlusconi prende più
sul serio se stesso, come faranno a prenderlo gli elettori? Questa è la volta
che la destra finisce davvero in mano al nuovo corso lepenista
inaugurato da quel bonaccione di Salvini. Per prima
cosa sarà distrutta solo la politica liberal
nazionale perseguita senza successo, tra l'altro, da Berlusconi. Roma, 26 novembre 2014 |
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